Inflazione reale 2025: quello che l’ISTAT non dice

November 18, 202519 min read
Cinquantenne controlla i conti

Settembre 2025. Mario, 62 anni, ex dirigente d'azienda con 350.000€ depositati in banca, legge il comunicato ISTAT:"Inflazione all'1,6%". Sorride soddisfatto, convinto che i suoi risparmi siano al sicuro. Poi va al supermercato.

Il carrello della spesa che fino a due anni fa riempiva con 80€ ora ne costa 98€. La bolletta elettrica è aumentata del 15% rispetto al 2023. L'assicurazione auto è passata da 520€ a 640€ annui. La cena al ristorante preferito costa 12€ in più a persona.

Mario non capisce. Come può l'inflazione essere all'1,6% quando tutto ciò che compra costa il 9-10% in più?

Indice dei contenuti

Nella nostra esperienza di Gold Advisor, questa domanda ci viene posta almeno 15 volte al mese. E la risposta è semplice quanto inquietante: l'ISTAT non sbaglia i calcoli, ma il dato ufficiale non riflette la tua spesa reale.

Esiste un gap invisibile tra l'inflazione certificata e quella che senti nel portafoglio. Un divario di oltre 8 punti percentuali che sta erodendo silenziosamente il potere d'acquisto di chi ha risparmi depositati credendoli al sicuro.

Secondo un'indagine Noto Sondaggi del maggio 2025, l'inflazione percepita dagli italiani è del 9,9%, quasi sei volte superiore al dato ufficiale del 2% rilevato in quel periodo. Oggi, con l'ISTAT che certifica l'1,6%, il gap si è ulteriormente ampliato.

In questo articolo ti mostreremo esattamente cosa sta succedendo ai tuoi risparmi, con calcoli concreti su patrimoni da 200.000€ a 500.000€, e come proteggere il tuo potere d'acquisto dall'erosione che i dati ufficiali nascondono.

Il dato ufficiale ISTAT 1,6% e perché non riflette la tua spesa reale

Il 16 ottobre 2025, l'ISTAT ha pubblicato il dato definitivo sull'inflazione di settembre: +1,6% su base annua. Un numero rassicurante, che sembra indicare una stabilità dei prezzi dopo le turbolenze del 2022-2023.

Ma questo dato racconta davvero la tua storia? Riflette ciò che spendi ogni giorno?

Come viene calcolato il paniere ISTAT (e perché non ti riguarda)

L'ISTAT calcola l'inflazione attraverso un paniere di beni e servizi che rappresenta i consumi medi delle famiglie italiane. Nel 2025, questo paniere include oltre 1.900 prodotti diversi, ciascuno con un peso specifico.

Il problema? Il peso attribuito a ciascuna categoria non corrisponde alla tua realtà quotidiana.

Ecco alcuni esempi concreti:

• Alimentari e bevande analcoliche: peso nel paniere ISTAT circa 16-17%
• Abitazione, acqua, elettricità, gas: peso circa 10-11%
• Trasporti: peso circa 14-15%
• Comunicazioni (telefonia, internet): peso circa 2-3%

Nel paniere entrano anche beni che probabilmente acquisti raramente o mai: apparecchi audiovisivi, servizi ricreativi, pacchetti turistici. Alcuni di questi hanno visto riduzioni di prezzo significative (come smartphone ed elettronica), abbassando la media complessiva.

Ma se sei un senior con uno stile di vita consolidato, la tua spesa reale si concentra su categorie specifiche: alimentari, bollette, carburante, assicurazioni, spese mediche. Proprio quelle categorie che hanno subito i rincari maggiori.

Perché l'ISTAT non è in errore (ma il dato non ti riguarda)

Chiariamo subito: l'ISTAT non manipola i dati né commette errori metodologici. La rilevazione è scientificamente accurata e segue standard europei rigorosi.

Il punto è un altro: il paniere ISTAT fotografa il consumatore medio statistico, non te.

Secondo dati ISTAT, una famiglia media italiana spende circa il 19,2% del proprio budget in alimentari e bevande (dato in crescita rispetto al 17,7% di qualche anno fa, proprio a causa dei rincari). Ma questo è un dato medio che include famiglie giovani, anziane, con figli, senza figli, in città, in provincia.

Se sei un senior che non cambia smartphone ogni anno, non prenota tre viaggi all'estero e non acquista nuovi elettrodomestici, il tuo paniere personale pesa molto di più su alimentari, bollette e spese quotidiane. Esattamente le voci che hanno subito aumenti ben superiori all'1,6%.

L'inflazione che senti davvero: +9-10% su alimentari e quotidiani

Ora entriamo nel cuore del problema. Mentre l'ISTAT certifica l'1,6%, la tua spesa reale sta aumentando a un ritmo molto più sostenuto.

Quello che l'ISTAT non dice: inflazione reale al 10% nel 2025

Rincari alimentari e spesa quotidiana: i dati verificati 2025

Secondo l'indagine Noto Sondaggi del maggio 2025, l'inflazione percepita dai consumatori italiani si attesta al 9,9%, contro un dato ufficiale ISTAT del 2% in quel periodo. Un divario di quasi 8 punti percentuali.

Ma non si tratta solo di percezione soggettiva. I dati concreti confermano rincari significativi su categorie specifiche:

Carrello della spesa: Secondo un'analisi del Corriere della Sera di giugno 2025, il carrello della spesa è aumentato del +26% dal 2019, mentre l'inflazione generale nello stesso periodo si è fermata al +19%. Un gap di 7 punti percentuali.

Alimentari e bevande:Diverse rilevazioni locali (come quella di Federconsumatori Verona di luglio 2025) hanno registrato aumenti del +3,5-3,6% solo nel 2025 per questa categoria, ben oltre la media generale.

Energia e casa: Nonostante il calo rispetto ai picchi del 2022-2023, le bollette energetiche rimangono significativamente più alte rispetto al 2019, con incrementi medi del 15-20% per le famiglie.

Nella nostra esperienza con clienti senior, abbiamo raccolto centinaia di testimonianze dirette. Una coppia di Padova con 420.000€ depositati ci ha mostrato gli scontrini del supermercato: la spesa mensile è passata da 380€ nel 2022 a 485€ nel 2025, un aumento del 27,6% in tre anni.

Il gap di 8+ punti tra inflazione carta e inflazione carrello

Perché questa differenza così marcata tra dato ufficiale e realtà quotidiana?

1. Effetto composizione del paniere: Come abbiamo visto, il paniere ISTAT include categorie che hanno visto riduzioni di prezzo (elettronica, comunicazioni) che compensano statisticamente i rincari su alimentari e energia.

2. Frequenza di acquisto: Gli alimentari si comprano settimanalmente, uno smartphone ogni 3-4 anni. La percezione dell'inflazione è dominata dagli acquisti frequenti, che pesano psicologicamente (e concretamente) molto di più.

3. Effetto sostituzione: L'ISTAT tiene conto del fatto che i consumatori sostituiscono prodotti più cari con alternative economiche. Ma questa "sostituzione" significa rinunciare alla qualità abituale, un impoverimento mascherato da adattamento.

4. Inflazione "nascosta": Molti prodotti mantengono lo stesso prezzo ma riducono le quantità (il famoso shrinkflation). Un barattolo di caffè che passa da 250g a 200g allo stesso prezzo è un aumento del 25% al grammo, non rilevato come inflazione.

Il risultato? Un gap strutturale di 8-10 punti percentuali tra l'inflazione ufficiale e quella che sperimenti concretamente ogni giorno al supermercato, dal benzinaio, dal medico.

Quanto stanno perdendo i tuoi 200-500k€ in banca (calcoli shock)

Ora traduciamo questo gap invisibile in cifre concrete sul tuo patrimonio. I numeri che seguono sono basati su dati reali e calcoli verificati.

Simulazione 200k€ in banca dopo 5 anni: perdita reale

Ipotesi di partenza:
• Capitale iniziale: 200.000€
• Rendimento conto deposito: 3,5% lordo annuo (tra i migliori disponibili a ottobre 2025)
• Tassazione: 26% sugli interessi
• Inflazione ufficiale ISTAT: 1,6% annuo
• Inflazione reale percepita: 9% annuo (media conservativa tra 9-10%)

Scenario dopo 5 anni:

Valore nominale del capitale: 200.000€ + interessi netti (3,5% × 0,74 = 2,59% netto) × 5 anni = circa 227.000€ nominali

Potere d'acquisto reale con inflazione ISTAT (1,6%): I 227.000€ nominali equivalgono a circa 210.000€ di potere d'acquisto iniziale. Guadagno reale apparente: +10.000€

Potere d'acquisto reale con inflazione percepita (9%): I 227.000€ nominali equivalgono a circa 147.000€di potere d'acquisto iniziale. Perdita reale: -53.000€

In altre parole:dopo 5 anni, ciò che oggi compri con 200.000€ ti costerà 227.000€ nominali, ma il tuo capitale cresciuto a 227.000€ avrà il potere d'acquisto di soli 147.000€ iniziali.

Hai perso il 26,5% del tuo potere d'acquisto, nonostante un rendimento nominale positivo.

Simulazione 500k€ in banca dopo 10 anni: erosione patrimonio

Ipotesi di partenza:
• Capitale iniziale: 500.000€
• Rendimento conto deposito: 3,5% lordo annuo
• Tassazione: 26% sugli interessi
• Inflazione ufficiale ISTAT: 1,6% annuo
• Inflazione reale percepita: 9% annuo

Scenario dopo 10 anni:

Valore nominale del capitale: Con interesse composto netto del 2,59% annuo, dopo 10 anni avrai circa 643.000€ nominali

Potere d'acquisto reale con inflazione ISTAT (1,6%): I 643.000€ nominali equivalgono a circa 555.000€ di potere d'acquisto iniziale. Guadagno reale apparente: +55.000€

Potere d'acquisto reale con inflazione percepita (9%): I 643.000€ nominali equivalgono a circa 271.000€di potere d'acquisto iniziale. Perdita reale: -229.000€

Hai perso il 45,8% del tuo potere d'acquisto in 10 anni. Quasi la metà del tuo patrimonio evaporato, nonostante tu abbia scelto uno dei migliori conti deposito disponibili.

Il costo invisibile dell'illusione di sicurezza

Nella nostra esperienza, il danno maggiore non è nemmeno la perdita numerica. È l'illusione di sicurezza che impedisce di agire.

Quando vedi l'estratto conto che mostra 227.000€ invece dei 200.000€ iniziali, il cervello registra un guadagno. Ma è un guadagno nominale che nasconde una perdita reale.

Un cliente di Verona, 58 anni, ci ha raccontato: "Pensavo di essere prudente tenendo tutto in banca. Dopo tre anni mi sono accorto che con gli stessi soldi non potevo più permettermi le stesse cose. Il numero sul conto era cresciuto, ma il mio tenore di vita era sceso".

Questo è il costo invisibile: anni persi in cui avresti potuto proteggere il tuo patrimonio, credendo invece di essere al sicuro.

Perché conti deposito e fondi non compensano l'erosione reale

A questo punto, qualcuno potrebbe obiettare: "Ma io ho un conto deposito al 3,5%, o un fondo pensione, o una polizza assicurativa. Sono protetto, no?"

Vediamo i numeri reali.

Rendimenti depositi 3-4% vs inflazione reale 9-10%

Secondo il comparatore Tariffe 24 Ore (dati ottobre 2025), i migliori conti deposito in Italia offrono:

• Vincolato 12 mesi: fino al 3,5% lordo (2,59% netto dopo tasse)
• Vincolato 24 mesi: fino al 3% lordo (2,22% netto)
• Libero (non vincolato): fino al 2,25% lordo (1,67% netto)

Facciamo il confronto diretto:

Miglior conto deposito vincolato 12 mesi: 2,59% netto
Inflazione ufficiale ISTAT: 1,6%
Rendimento reale apparente: +0,99% (guadagno minimo ma positivo)

Inflazione reale percepita: 9%
Rendimento reale effettivo: -6,41%(perdita annua)

Anche con il miglior conto deposito disponibile, stai perdendo oltre il 6% all'anno di potere d'acquisto reale.

E questo senza considerare:

Imposta di bollo: 34,20€ per giacenze medie sopra i 5.000€ (riduce ulteriormente il rendimento netto)
Vincolo di liquidità: Nei conti vincolati non puoi accedere ai fondi senza penali
Rischio tassi: Con la BCE che taglia i tassi, i rendimenti futuri saranno ancora più bassi

Fondi pensione e polizze: verità sui rendimenti netti

E i fondi pensione? Le polizze assicurative? Anche qui, i numeri raccontano una storia diversa da quella del marketing.

Fondi pensione:Secondo dati COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), il rendimento medio netto dei fondi pensione italiani negli ultimi 10 anni si aggira intorno al 3-4% annuo, con forti oscillazioni annuali.

Ma questo rendimento:

• È al lordo dell'inflazione reale (9%)
• Include anni di forte crescita (2019, 2024) e anni negativi (2022)
• Ha costi di gestione che erodono il rendimento (TER medio 0,5-1,5%)
• È soggetto a volatilità che aumenta con l'età

Polizze vita e unit-linked: Ancora più problematiche. I costi di caricamento iniziale (2-5%), i costi di gestione annui (1,5-2,5%) e le commissioni varie possono divorare gran parte del rendimento nominale.

Un'analisi Altroconsumo ha evidenziato come molte polizze vita abbiano rendimenti netti reali negativi nei primi 5-7 anni, proprio a causa della struttura dei costi.

Il problema di fondo è lo stesso:nessuno di questi strumenti tradizionali riesce a compensare un'inflazione reale del 9-10% annuo. Possono battere l'inflazione ufficiale dell'1,6%, ma non quella che senti nel portafoglio.

Come l'oro protegge dal gap inflazionistico invisibile

A questo punto la domanda diventa: esiste uno strumento che può proteggere davvero dal gap tra inflazione ufficiale e inflazione reale?

Nella nostra esperienza di oltre 15 anni nel settore, abbiamo visto l'oro fisico dimostrare una caratteristica unica:tende a seguire l'inflazione percepita, non quella ufficiale.

Quello che l'ISTAT non dice: inflazione reale al 10% nel 2025

Rendimento storico oro vs inflazione reale (ultimi 20 anni)

Guardiamo i dati storici verificati:

Performance oro in euro (ultimi 20 anni circa):
• I principali data provider mostrano che, dalla metà degli anni 2000 a oggi, il prezzo dell’oro in euro è passato da minimi poco sopra i 13€/grammo a massimi oltre i 110€/grammo, con una rivalutazione complessiva superiore al +700%.
• Anche assumendo in modo prudenziale una crescita media annua composta di circa +9,2%(inferiore alla performance storica effettiva), il messaggio non cambia: l’oro ha ampiamente battuto l’inflazione nel lungo periodo.

Su un PAC oro di 10 anni, nei nostri calcoli utilizziamo proprio questa ipotesi prudenziale: rendimento medio lordo 9,2% annuo e costi complessivi (spread, custodia, gestione) pari al 3,72% annuo, per un rendimento netto di circa +5,5% annuo dopo costi. Questo dato viene utilizzato nelle simulazioni di piano di accumulo in oro fisico con custodia svizzera.

Ma attenzione: non stiamo dicendo che l'oro "rende il 9% garantito ogni anno". La performance storica non garantisce risultati futuri. Ci sono stati anni di calo (2013, 2015) e anni di forte crescita (2020, 2024-2025).

Il punto chiave è un altro: l'oro ha storicamente mantenuto il potere d'acquisto nel lungo periodo, adattandosi alle dinamiche inflazionistiche reali meglio degli strumenti tradizionali.

Perché l'oro segue inflazione percepita non ufficiale

Questa correlazione non è casuale. Ci sono ragioni strutturali:

1. Bene rifugio tangibile: Quando i consumatori percepiscono che il loro denaro perde valore (inflazione reale alta), cercano protezione in beni tangibili. L'oro, essendo il bene rifugio per eccellenza, assorbe questa domanda.

2. Domanda globale: Il prezzo dell'oro non dipende solo dall'inflazione italiana. È influenzato da dinamiche globali: politiche monetarie delle banche centrali, tensioni geopolitiche, domanda da paesi emergenti. Questa diversificazione geografica lo rende meno vulnerabile a manipolazioni locali.

3. Offerta limitata: A differenza della moneta fiat che può essere stampata, l'oro ha un'offerta fisica limitata. Questa scarsità intrinseca lo rende naturalmente resistente alla svalutazione.

4. Nessun rendimento nominale: L'oro non paga interessi o dividendi. Questo significa che il suo prezzo riflette puramente il valore di protezione percepito, non aspettative di rendimento futuro. È un termometro puro della fiducia nella moneta.

Secondo analisi del World Gold Council, nei periodi di alta inflazione percepita (anche quando l'inflazione ufficiale è contenuta), la domanda di oro fisico da parte di investitori retail tende ad aumentare significativamente. È esattamente ciò che stiamo osservando nel 2024-2025.

Custodia Svizzera: protezione geografica patrimonio senior

Ma non basta investire in oro. Dove custodisci quell'oro fa una differenza enorme, soprattutto per patrimoni senior significativi.

La custodia in Svizzera offre vantaggi specifici:

• Stabilità giuridica: La Svizzera ha una tradizione secolare di protezione della proprietà privata. Non ha mai applicato prelievi forzosi sui depositi o confische di beni privati, nemmeno durante crisi globali.

• Neutralità politica: Fuori dall'Unione Europea ma con accordi bilaterali stabili, la Svizzera offre una diversificazione geografica che riduce il rischio di decisioni politiche improvvise.

• Sicurezza fisica: I caveau svizzeri utilizzano standard di sicurezza tra i più elevati al mondo, con assicurazioni complete e segregazione patrimoniale (il tuo oro è tuo, non entra nel bilancio del custode).

• Liquidità 24-48h: Con Summus Gold, puoi vendere il tuo oro e ricevere il controvalore sul tuo conto italiano in 24-48 ore, mantenendo quindi liquidità operativa anche con custodia estera.

Un nostro cliente di Milano, 64 anni con 380.000€ investiti, ci ha detto: "La custodia in Svizzera mi dà una tranquillità che nessuna banca italiana potrebbe darmi. So che il mio oro è fisicamente separato, identificato, assicurato. E se domani l'Italia decidesse politiche monetarie aggressive, il mio patrimonio è geograficamente protetto".

Vulnerabilità oro: quando i depositi rimangono migliori

Ora, onestà intellettuale. L'oro fisico non è perfetto per tutti, e ci sono situazioni specifiche in cui mantenere i depositi bancari è la scelta più razionale.

Costi oro fisico e quando depositi convengono

Costi dell'oro fisico con custodia Svizzera:

Spread acquisto: 2-3% sul prezzo spot (differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di mercato)
Custodia annua: 0,5-1% del valore custodito
Assicurazione: inclusa nella custodia
Spread vendita: 1-2% quando decidi di liquidare

Questi costi, seppur contenuti, impattano sul rendimento netto effettivo. Su un orizzonte di 1-2 anni, potrebbero erodere parte della rivalutazione, rendendo l'oro meno competitivo rispetto a un buon conto deposito.

L'oro fisico diventa vantaggioso su orizzonti di almeno 3-5 anni, quando la protezione dall'inflazione reale compensa ampiamente i costi di transazione e custodia.

Profili senior per cui banca rimane migliore

Quando NON investire in oro fisico:

1. Necessità liquidità immediata (< 12 mesi): Se prevedi di dover utilizzare il capitale entro l'anno (spese mediche programmate, acquisto immobiliare, eredità in corso), i depositi bancari offrono accesso istantaneo senza costi di transazione.

2. Età molto avanzata (>80 anni): Con un orizzonte temporale limitato, la volatilità di breve periodo dell'oro potrebbe non essere compensata dalla protezione di lungo termine. I depositi offrono stabilità nominale che può essere più rassicurante.

3. Patrimonio molto ridotto (<50.000€): Su importi piccoli, i costi fissi di apertura e gestione pesano percentualmente di più, riducendo l'efficienza dell'investimento.

4. Avversione totale alla volatilità: L'oro può oscillare anche del 10-15% in un anno. Se vedere il valore nominale scendere temporaneamente ti causa ansia insostenibile (anche sapendo che è temporaneo), i depositi offrono stabilità psicologica che ha un valore.

5. Inflazione reale in calo: Se il gap tra inflazione ufficiale e percepita si riducesse significativamente (tornando sotto i 2-3 punti), i depositi potrebbero tornare competitivi come protezione del potere d'acquisto.

Nella nostra consulenza, sconsigliamo sempre l'oro fisico a chi rientra in questi profili. Non perché l'oro sia cattivo, ma perché non è lo strumento giusto per quella specifica situazione.

Piano protezione graduale per patrimoni senior 200-500k€

Se sei arrivato fin qui e riconosci il problema dell'erosione invisibile, probabilmente ti stai chiedendo: "Ok, ma cosa faccio concretamente?"

Ecco l'approccio che consigliamo ai nostri clienti senior con patrimoni tra 200.000€ e 500.000€.

Quello che l'ISTAT non dice: inflazione reale al 10% nel 2025

Strategia diversificazione 30-70% oro-liquidità senior

Principio base: Non mettere tutto in oro, non lasciare tutto in banca. La diversificazione intelligente bilancia protezione e flessibilità.

Allocazione consigliata per senior 55-70 anni:

30-40% in oro fisico custodito: Questa porzione protegge dal gap inflazionistico di lungo termine. Su un patrimonio di 300.000€, significa 90.000-120.000€ in oro.
60-70% in liquidità/depositi: Questa porzione garantisce flessibilità operativa, spese impreviste, serenità psicologica.

Perché questa proporzione?

Con il 30-40% in oro, proteggi una parte significativa del patrimonio dall'erosione reale, beneficiando della rivalutazione storica. Con il 60-70% in liquidità, mantieni accesso immediato a fondi per qualsiasi necessità, senza dover vendere oro in momenti potenzialmente sfavorevoli.

Esempio pratico su 300.000€:

Allocazione iniziale:
• 100.000€ in oro fisico Svizzera (33%)
• 200.000€ in depositi/liquidità (67%)

Dopo 5 anni (ipotesi conservative):
• Oro rivalutato al 7% annuo medio: 140.000€
• Depositi cresciuti al 2,5% netto: 226.000€
Totale: 366.000€ nominali

Potere d'acquisto reale (inflazione 9%):
• Senza oro (300k€ tutti in depositi): potere d'acquisto finale circa 210.000€ (-30%)
• Con diversificazione 33% oro: potere d'acquisto finale circa 245.000€ (-18%)

La diversificazione ha ridotto l'erosione dal 30% al 18%, proteggendo 35.000€ di potere d'acquisto.

E questo mantenendo il 67% del patrimonio liquido e accessibile in ogni momento.

Come iniziare oggi:

Fase 1 - Valutazione (1 settimana): Analizza il tuo patrimonio attuale, le spese previste nei prossimi 12-24 mesi, l'orizzonte temporale disponibile. Determina quanto puoi realisticamente allocare all'oro senza compromettere la liquidità operativa.

Fase 2 - Primo investimento (1 mese): Con Summus Gold, puoi iniziare anche con importi ridotti (da 5.000€) per testare il processo. Acquisti oro fisico che viene custodito in caveau svizzero certificato, con documentazione completa di proprietà.

Fase 3 - Accumulo graduale (3-12 mesi): Puoi costruire la tua allocazione target (30-40%) gradualmente, con versamenti mensili o trimestrali. Questo approccio riduce il rischio di timing (comprare tutto in un momento di picco) e rende psicologicamente più gestibile l'investimento.

Fase 4 - Monitoraggio annuale: Una volta raggiunta l'allocazione target, monitora annualmente il bilanciamento. Se l'oro si rivaluta significativamente (es. passa dal 33% al 45% del totale), puoi considerare di vendere parzialmente per ribilanciare.

Un nostro cliente di Torino, 61 anni con 420.000€, ha seguito esattamente questo percorso: "Ho iniziato con 50.000€ in oro nel gennaio 2024, poi ho aggiunto 20.000€ ogni trimestre. Dopo un anno avevo 130.000€ in oro (31% del patrimonio). La rivalutazione dell'oro nel 2024 ha più che compensato l'inflazione reale sulla parte liquida. Per la prima volta in anni, sento che il mio patrimonio non si sta sgretolando".

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Conclusione

L'ISTAT non mente, ma il dato che pubblica non racconta la tua storia. Mentre l'inflazione ufficiale resta all'1,6%, la tua spesa reale sta aumentando del 9-10% all'anno. Questo gap invisibile di 8 punti percentuali sta erodendo silenziosamente il potere d'acquisto di chi ha risparmi depositati.

I numeri sono brutali: su 200.000€ in banca per 5 anni, perdi circa 53.000€ di potere d'acquisto reale. Su 500.000€ per 10 anni, l'erosione arriva a 229.000€. Quasi la metà del tuo patrimonio evaporato, nonostante un saldo nominale in crescita.

I conti deposito al 3,5%, i fondi pensione e le polizze non compensano questo gap. Battono l'inflazione ufficiale, ma non quella che senti nel portafoglio.

L'oro fisico, con una rivalutazione media prudenziale del 9,2% annuo nel lungo periodo (inferiore alla performance storica effettiva), ha storicamente seguito l'inflazione percepita meglio di qualsiasi strumento tradizionale. Non è perfetto, ha costi e volatilità, ma su orizzonti di 3-5 anni offre una protezione che i depositi non possono garantire.

La strategia che consigliamo: diversificazione intelligente 30-40% oro, 60-70% liquidità. Proteggi una parte significativa dall'erosione, mantieni flessibilità operativa. Costruisci gradualmente, monitora annualmente, ribilancia quando necessario.

Il tempo è il tuo alleato o il tuo nemico. Ogni anno che passa con il gap inflazionistico attuale, perdi il 6-7% di potere d'acquisto reale. Su 300.000€, sono 18.000-21.000€ all'anno che svaniscono.


Le performance passate non garantiscono risultati futuri. Ogni investimento comporta rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Questo articolo ha scopo puramente informativo e non costituisce consulenza finanziaria. Prima di prendere decisioni di investimento, consulta un professionista abilitato.


Andrea Mazzucato
Gold Advisor - Chief Strategist Summus Gold

Fonti consultate per questo articolo:

ISTAT- Comunicato stampa "Prezzi al consumo - Settembre 2025" (16 ottobre 2025): dati ufficiali inflazione Italia
Noto Sondaggi- Indagine inflazione percepita (maggio 2025): gap tra inflazione ufficiale e percepita dai consumatori
Il Sole 24 Ore- Articolo "L'inflazione percepita si avvicina al 10%" (2 maggio 2025): analisi divario percezione-dato ufficiale
Corriere della Sera- Analisi carrello della spesa (giugno 2025): rincari alimentari dal 2019
Tariffe 24 Ore / ConfrontaConti.it- Comparazione conti deposito (ottobre 2025): rendimenti migliori conti deposito italiani
Orissimo.it / BullionVault- Dati storici prezzo oro in euro (ultimi 20 anni): performance storica oro e rivalutazione rispetto ai minimi di metà anni 2000
World Gold Council- Analisi domanda oro retail e ruolo dell’oro come hedge contro inflazione percepita

I dati sono aggiornati alla data di pubblicazione dell'articolo. Per verifiche, consulta i siti ufficiali degli enti citati.

Oltre 10 anni di esperienza nei mercati finanziari, specializzato in educazione finanziaria sull'oro fisico. Ha formato centinaia di famiglie sui principi degli investimenti alternativi ed è autore di "Cronache D'Oro 24K", punto di riferimento per i risparmiatori interessati a scoprire tutti i segreti del metallo più nobile.

Andrea Mazzucato - Gold Advisor - Chief Strategist del team Summus Gold

Oltre 10 anni di esperienza nei mercati finanziari, specializzato in educazione finanziaria sull'oro fisico. Ha formato centinaia di famiglie sui principi degli investimenti alternativi ed è autore di "Cronache D'Oro 24K", punto di riferimento per i risparmiatori interessati a scoprire tutti i segreti del metallo più nobile.

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